Darbuka

Darbuka

Tabla egiziana

Darbuka turca

Strumento a percussione a forma di calice ed a membrana singola.

Il tamburo darbuka è tra le percussioni più conosciute, grazie alla grande varietà di suoni e timbriche acute, brillanti ed allo stesso tempo profonde e gravi che può emettere.

Il suo nome sembra derivare dalla parola araba “darba”, il cui significato è “colpire”.

Questo strumento viene chiamato in diversi modi: darabukka, darbuka, derabuka, tabourka, darabukas, darbouka, doumbek, darabukat, tarabuka, darbuk.

In Tunisia ed in Marocco si chiama derbocka, mentre in Turchia deblek.

In Alto Egitto, il termine darabuka viene spesso sostituito a tabla, riferito al tamburo con una sola membrana, mentre con il termine “hoqa” si indica la percussione usata dai rematori del Nilo.

Il darabuka più diffuso è quello tunisino, con il fusto a calice in argilla o ceramica ed una membrana di capra o di pesce - quest'ultima più resistente agli sbalzi climatici ed alle variazioni d'umidità - tesa mediante cordicelle o legacci di budello.

Nella versione moderna, il fusto del darabuka è costruito con una fusione di metallo, alluminio od ottone su cui viene applicata una membrana di materiale plastico trasparente, tenuta con un cerchione fissato al fusto con delle viti, in modo da poter gestire l'intonazione della pelle (accordatura) a piacimento. Il darabuka moderno non vanta un suono caldo, ricco di timbriche armoniche come lo strumento tradizionale in ceramica e pelle naturale, ma viene apprezzato soprattutto per il suono brillante e potente e, sicuramente, per la sua robustezza.

Esistono due modelli di darabuka moderni, quelli egiziani (tabla) con bordo arrotondato ed il fusto decorato e quelli turchi, il cui bordo al contrario risulta spigoloso con il fusto generalmente di alluminio liscio e non fregiato.

La dimensione di questo tamburo può variare dai 15 ai 45 cm. di altezza, con un diametro che va dagli 8 ai 35 cm.

L'origine della darabuka si colloca in epoca post islamica, intorno all'anno mille e si pensa derivi dallo strumento persiano “zarb” o “tondak”, simile come forma e suono, ma con il fusto in legno.

La darabuka si suona stando seduti e può essere sorretta in due modi diversi: secondo lo stile turco, tenendola sospesa verticalmente in mezzo alle gambe od in stile arabo, tenendo lo strumento orizzontale sul fianco sinistro (se si è destri mani, o sul fianco destro nel caso in cui il musicista sia mancino) appoggiato sulla gamba e con l'avambraccio sul lato superiore per tenerlo saldo durante l'esecuzione e lasciare libero il movimento di entrambe le mani.

Un terzo stile utilizzato di recente, è suonare la darabuka in piedi con una gamba sollevata, appoggiando il piede su una sedia e reggendo il tamburo in stile arabo.

In questi ultimi anni, si vedono percussionisti tenere la darabuka legata mediante una cinghia sotto l'ascella, per poter suonare in piedi, liberi così di muoversi e danzare al ritmo del tamburo.


Stolfo Fent