Cimbali/Zill/Sagat

Sono dei cimbalini da dita in ottone, impiegati spesso dalle danzatrici orientali per l'accompagnamento ritmico alla danza, con eleganti movimenti delle mani.

Sono di forma circolare con diametro di 5 ca. cm. Sulla campana del cimbalino è applicato un nastrino per il fissaggio alle dita.

Vengono impiegati - come le castagnette - in entrambe le mani, su pollice ed anulare e vengono battuti tra di loro in modo ritmico, usandone le due sonorità caratteristiche: il tono aperto ( facendoli vibrare liberamente dopo l'impatto) ed il tono chiuso ( tenendoli pressati l'un l'altro per fermarne le vibrazioni ).


Allo studio dei Zill vengono applicate le notazioni ritmiche medio orientali del dum e del tak.

Le loro origini sono antichissime, risalendo alle prime civiltà mesopotamiche. Gli storici musicologi, infatti, sono tutti d'accordo sulla datazione, basandosi sui ritrovamenti archeologici che testimoniano l'utilizzo dei cimbalini durante i rituali religiosi già nel 1200 a.C. nel corso dei culti orgiastici della dea Cybele, ove suonati dai sacerdoti frigi chiamati “Corybantes” servivano per alterare lo stato emotivo dei presenti.

Furono utilizzati poi da Sumeri, Egizi, Persiani, Ebrei, Greci e Romani.

Con l'avvento del cristianesimo, i cimbali e tutti gli strumenti a percussione in genere furono messi al bando, perché considerati “suono inarmonico di Cristo”. S. Clemente li definì con l'espressione “ la pomposità del demonio”, ritardando così lo sviluppo delle percussioni in Europa, introdotte dalle bande dei giannizzeri, perché ritenute strumenti bellici potentissimi e quindi usate a questo scopo nell'Europa medievale e poi diffusesi un po' alla volta nella musica popolare profana.

Stolfo Fent